Qualche anno fa uscì un libro dal titolo emblematico: "lo chiamavano Impunità". Oltre all'ovvio riferimento al celebre spaghetti western "lo chiamavano Trinità", con Bud Spencer e Terence Hill, il libro evidenziava come le vicende giudiziare del quattro volte premier assomigliavano ad un Far West all'italiana. In qualsiasi altro paese "democratico" del Mondo, un personaggio come Berlusconi non potrebbe PER LEGGE far politica. Nella nostra italietta del c..zo, invece, tutto è consentito a chi ha i miliardi. Anche l'impunità, cioè la possibilità di non farsi processare. Alla peggio, di essere condannato in qualche grado di giudizio ma poi vedere il proprio reato prescritto per qualche legge approvata ad hoc da un parlamento di servi e lacchè. Il Caimano Silvio, oggi, ha ottenuto l'ennesima impunità: all'interno del decreto sulla sicurezza e immigrazione, il non mio premier ha inserito, e fatto approvare, una norma che sospende i processi per reati commessi prima del 2002. Guarda caso, proprio un processo in cui Berlusconi è accusato di corruzione (il Caso Mills) ha i requisiti per la sospensione. E come se non bastasse, il famigerato Lodo Schifani (immunità per le più alte cariche dello stato) sarà approvato tra poche settimane, e consentirà al Beslusca di non farsi processare fino a quando resterà al potere.
Faccio quindi un esempio: se berlusconi, tra cinque anni, venisse eletto Presidente della Repubblica (7 anni di mandato), le sue pendenze penali subirebbero uno stop di 12 anni, con la probabilità che molti reati attualmente perseguibili saranno tra 12 anni prescritti.
Se in Italia esistesse una vera Destra, legalitaria e giustizialista, o una vera Sinistra, vaccinata dal veltronismo, forse Berlusconi sarebbe stato processato.
"Anche se voi vi sentite assolti, siete lo stesso coinvolti" De Andrè