lunedì 9 giugno 2008

Io non mi sento italiano...

... ma per fortuna o purtroppo lo sono. Così cantava Giorgio Gaber.
Oggi inizia l'Europeo dell'Italia. Ed io, come un semplice tifoso, seguirò con attenzione le partite della Nazionale sperando in una vittoria. Lo farò con semplicità e senza particolare partecipazione, perchè io non mi sento italiano (anche se in effetti lo sono). Non mi sento italiano perchè l'Italia non mi piace e non voglio appartenerci. Sono nato qui, su questa terra, per puro caso. E non mi eccitano assolutamente parole quali Patria, Nazione, Popolo Italiano. Sotto la bandiera tricolore sono uniti popoli tra loro troppo diversi per tradizione, cultura, struttura socioeconomica, storia politica. Napoletani e Veronesi (in quanto tali, presi nella loro genericità) non potranno mai essere membri di una stessa nazione. L'operaio italiano è molto più "fratello" dell'operaio tedesco piuttosto che dell'imprenditore italiano. Le Nazioni, e peggio ancora gli Stati (da cui derivano le Nazioni), non sono altro che mercati che si sono dati delle regole, cancellando le identità culturali di un determinato comune o paesino o città.
Su cosa è unita l'Italia? Su cosa sono uniti gli italiani? Basta vedere il razzismo del Nord nei confronti del Sud, le case degli anni 50 fittate a tutti (tranne che ai meridionali), ed in ultimo la sordità del resto d'Italia nei confronti dell'emergenza rifiuti in Campania. Ed io? Dovrei sentirmi italiano? Stasera dovrei alzarmi in piedi e cantare l'Inno nazionale, che parla di unità e fratellanza di cui ormai non c'è traccia?
La Lega si permette di dire che se non gli diamo il federalismo fiscale, loro sono pronti ad armarsi per l'indipendenza! Il nostro Presidente della Repubblica che fa, che dice? N-i-e-n-t-e. Ed io dovrei far parte del medesimo popolo di quelli lì? Napolitano, ma mi faccia il piacere...
Forza ragazzi, vincete l'europeo. Ma se non vincete, dormirò benissimo lo stesso.

4 commenti:

Simone ha detto...

beh, io sì... la coscienza nazionale è qualcosa che va oltre le diversità.
Io sn mezzo bergamasco e mezzo barese (un "bastardo" ih ih!) e sento una differenza abissale quando vado al Sud.
ma sento anche un minomo comun denominatore e una volontà di coesione eccezionali.

Certo, la ns interpretazione di stato e nazione sono sbagliati. QUESTA Italia fa schifo anche a me, QUESTI stati nazionali mi disgustano.
Ma questo non significa che li voglia eliminare.
Solo far funzionare come dico io!

stefanodilettomanoppello ha detto...

io mi sento ItaGliano

Antonio Nemo ha detto...

Chiedo scusa per il ritardo con cui rispondo.

@ Simone: se sei un precario, ti senti più vicino al precario straniero o all'imprenditore italiano? Se sei operaio, il tuo fratello è l'operaio straniero, non l'industriale italiano. Le Nazioni sono invenzioni (secondo me)

Simone ha detto...

@ Nemo

Oggi NON posso sentirmi fratello dell'imprenditore italiano.
Ed è proprio questo che deve cambiare.
Ricreare le condizioni corporative affinché il lavoratore e il datore di lavoro siano fratelli.
Cosa che oggi, purtroppo, non è.