lunedì 21 aprile 2008

La Mano Sinistra

La Mano Sinistra si stringe in pugno, e parte il coro di "Bandiera Rossa". Quante volte abbiamo visto, o vissuto, questa scena? Tantissime. Eppure da oggi, prima volta da quando l'Italia è una Repubblica (democratica fondata sul lavoro, ricordiamolo!), chiunque farà questo gesto sarà un extraparlamentare. "Ma come", diranno i meno giovani, forgiati nel servizio d'ordine dell'antico PCI, "noi con gli extraparlamentari ci abbiamo fatto a botte, e adesso siamo come loro?". Si si, proprio così. Conseguenza del Veltrusconismo. Come ha detto Crozza, durante l'ultimo Ballarò, finalmente si è capito il nome che Veltroni non ha mai voluto pronunciare in campagna elettorale, usando la parafrasi "il principale esponente dello schieramento a noi avverso": Fausto Bertinotti! Veltroni, in sei mesi, è riuscito lì dove la CIA e la P2 hanno fallito negli ultimi 60 anni: distruggere il comunismo italiano.
Certo, va detto che gli stessi dirigenti della Sinistra ci hanno messo del loro: l'idea di rinunciare a nomi e simboli storici; l'invenzione dell'Arcobaleno, che secondo molti era in realtà un Arlecchino; l'incapacità di essere partito di lotta; l'incapacità di essere partito di governo; le svolte socialdemocratiche di Bertinotti e dei suoi fans. Tutte queste "geniali" invenzioni hanno avuto un unico, triste, freddo risultato numerico: 3%, nessun deputato nè senatore.
L'unica rivoluzione di sinistra è quella all'interno della sinistra: addio di Bertinotti; dimissioni di Pecoraro Scanio; dimissioni di Giordano; congresso straordinario per Verdi e Rifondazione. Gli unici a tenere sempre e comunque la barra dritta sono stati i Comunisti Italiani. Va dato atto a Diliberto (e a Rizzo) di essere gli unici coerenti esponenti della sinistra italiana: a loro il progetto Arcobaleno non piaceva, per disciplina "di partito" l'hanno appoggiato, ma dopo la solenne bastonatura hanno giustamente rilanciato l'antico sogno dell'unità dei comunisti in un unico partito, una sorta di Partito Comunista Unitario.
La Mano Sinistra riprenderà l'antico cammino?

3 commenti:

Simone ha detto...

a me non dispiace il partito comunista nazionalitario (www.comunitarismo.it)
lo conosci?

Vedi Antonio, questa sinistra è crollata perché letteralmente vive in un mondo parallelo.
Il giorno prima delle elezioni su radio popolare si parlava della mancanzi di spazio in Italia per i resgisti emergenti della Tunisia e del Burkina Faso, dico davvero.
Durante il blocco dei Tir sempre su una frequenza si sinistra radicale si parlava della necessità di indire un referendum per cambiare il nome a Sabaudia e tutto questo con l'Italia in ginocchio...
Capisci che l'operaio da 1100 euro al mese si incazza un poco e poi ti vota la Lega...
Anche perché personaggi come Bertinotti e Giordano le fabbriche le hanno viste solo da fuori

bradipa ribelle ha detto...

è una buona analisi... fallimento del progetto arcobaleno, rinuncia alla falce e martello e direi anche agli ideali della falce e del martello... il lavoratore non si è sentito protetto e garantito. è semplice. se poi ci mettiamo lo spauracchio dell'extracomunitario la lega prende voti. non credo che il comunismo in italia sia morto qua, penso che questo sia un momento transitorio, la sinistra dovrà riconquistare il suo popolo lottando con lei per davvero (non bastano le manifestazioni). la sinistra deve tornare a fare cose di sinistra e allora magari.... bel blog!

Antonio Nemo ha detto...

x Simone:
Sono d'accordo con te che una PARTE della sinistra è fuori dal mondo: ieri sera Vendola parlava di "connsessione umane metropolitane lacerate", belle parole ma incomprensibili ai più... Diliberto e Rizzo, viceversa, mi sembrano molto più concreti e pragmatici, e comunque legati ad una visione "tradizionale" del comunismo che mi affascina molto più del modernismo bertinottiano.

X Bradipa: grazie di avermi fatto visita. Condivido la tua idea della non-morte del comunismo, ed anche la via d'uscita dalla crisi: stare nel Popolo lavoratore, precario, giovane, anziano, discriminato. Stare DENTRO il Popolo e Servire il Popolo. Le manifestazioni, pur importanti, lasciano il tempo che trovano.