
L'ennesimo attentato di ieri sera presso la scuola rabbinica di Merkaz Harav Yeshiva ha, stranamente, sconvolto il Mondo. Dico "stranamente" in quanto mi pare ovvio che ogni attacco israeliano contro i resistenti palestinesi generi una vendetta da parte di questi ultimi, i quali, non potendo disporre delle armi e delle tecnologie di guerra di Israele, reagiscono con atti di terrorismo stragista. Eppure, i potenti del Mondo Moderno sono subito pronti a difendere Israele e ad esprimere (giustamente) solidarietà a seguitò di fatti così dolorosi; non sono, però, altrettanto solerti a solidarizzare con un popolo, quello palestinese, privato da sessant'anni della propria terra e addirittura di un proprio Stato. E' bene ricordare a tutti un pò di storia: Israele, avamposto capitalista nel medioriente, è uno stato nato per imposizione delle potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, le quali, adoperando la "scusa" del risarcimento nei confronti del popolo ebraico che aveva rischiato l'estinzione a seguito delle politiche naziste, crearono uno Stato-fantoccio in una terra già abitata da secoli dal popolo palestinese.
Condannare un attentato ed una strage mi pare talmente ovvio, che mi stupisco quando non viene fatto: sinceramente, non ricordo prese di posizioni dell'Onu in difesa del popolo palestinese e contro Israele.
La soluzione da molti ventilata ("due popoli, due stati") mi sembra onestamente la più ragionevole, ma voglio sia chiaro che tale soluzione è una CONCESSIONE nei confronti di Israele, non nei confronti della Palestina. Se nel Medioriente esiste uno stato illeggittimo, quello è Israele.
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