domenica 2 marzo 2008

Elogio di Chiambretti

Un tipo "che non gli daresti una lira". Basso. Non certo bello. Buffo. Eppure, miseria baldracca, se questo Festival di Sanremo non è morto tra atroci sofferenze (di auditel, ovviamente...), è grazie soprattutto a Pierino la Peste. Il quale è riuscito ogni volta a sorprendere: con una battuta pungente, con un'espressione particolare, con un'ironia piccante ma mai volgare. A partire dalle improbabili scarpe tricolore, Chiambretti da Torino ha fatto vedere come si può rimanere saldamente ancorati alla tradizione festivaliera, eppure improvvisare de innovare. Il confronto con Baudo è inclemente: Pippo è un cadavere in putrefazione, che incomprensibilmente continua a presentare Sanremo, quando potrebbe dar spazio ad altri presentatori (io sponsorizzo Fiorello o Gerry Scotti...); Piero è una furia mentale, misurata nei gesti e provocatoria nelle frasi. I ripetuti sketch sulla par condicio e le elezioni prossime venture sono stati alle volte esilaranti. Baudo è stata una discreta spalla del comico torinese, ma niente di più.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Concordo sul cadavere in putrefazione, ma Chiambretti non mi è mai piaciuto.